Ne nacque così nel 2003 la DB9, presentata in pompa magna al salone automobilistico di Francoforte. Uscita dalla penna dei designer Marek Reichman e Henrik Fisker, la nuova coupè 2+2 della casa inglese venne messa in linea a partire dal 2004 presso i nuovi stabilimenti di Gaydon dopo la chiusura dello storico impianto industriale di Newport Pagnell.
Alimentata con un nuovo propulsore V12 6.0 da 455 cv di potenza con coppia di 570 Nm gestito da un cambio manuale a sei rapporti, la DB9 era in grado di accelerare da 0 a 100 km/h in 4,9 secondi con velocità massima di 300 km/h.
Il motore era stato ripreso dalla Vanquish ma venne volutamente depotenziato ed alleggerito per evitare una sovrapposizione tra i due modelli e offrire alla clientela alla clientela del marchio d'oltremanica una più vasta scelta di listino.
In virtù del suo spirito più orientato al lusso che alle prestazioni pure la DB9 presentava un design della carrozzeria in alluminio particolarmente pulito su cui era assente il benchè minimo accenno di spoiler o splitter. Oltre a ciò, gli interni erano realizzati in legno di noce e pelle pregiata che avvolgeva una strumentazione elettronica d'avanguardia di ultima generazione.
Per rendere ancora più confortevole la guida i tecnici della Aston Martin decisero anche di innestare per la prima volta su una delle loro vetture il sistema di assistenza alla guida ESP, rendendo l'auto precisa e veloce ma non rabbiosa.
Prodotta fino al 2008, la DB9 venne sostituita in listino da una nuova variante potenziata e rielaborata nella linea per meglio adattarsi alle nuove esigenze di mercato.
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