mercoledì 7 marzo 2018

Maki F102 : La caduta dei samurai


Nel 1968 il team Honda di Formula 1 si era ritirato dal campionato in quanto troppo gravato dalla crisi finanziaria che stava attraversando sul mercato nordamericano e per rivedere una squadra nipponica nel Circus si sarebbe dovuto attendere il 1974.
Quell'anno entrò nel mondiale la Maki Engineering con vetture motorizzate dall'affidabile propulsore Ford-Cosworth DFV, ma le cose andarono da subito male a causa della proverbiale mancanza di fondi e di soluzioni tecniche efficaci.

L'ultimo estremo tentativo di rimanere a galla fu tentato ne 1976 all'ultima gara del calendario, il Gran Premio del Giappone che quell'anno faceva il suo ingresso nel mondiale.

Per l'occasione venne schierata una nuova vettura denominata F102. Equipaggiata come sempre da un DFV V8 3.0 gestito da un cambio manuale Hewland a cinque rapporti, l'auto era basata su di un telaio monoscocca in alluminio e venne realizzata pensando di offrire il minor peso possibile per incrementare le prestazioni.

Al pilota britannico Tony Trimmer fu affidato l'arduo compito di portare in gara la vettura, ma il tutto si risolse con un totale fiasco in quanto la F102 chiuse ultima nelle prequalifiche venendo di conseguenza esclusa dalla gara.

Così si chiuse l'ingloriosa storia del secondo team nipponico di Formula 1 che ebbe ambizione ma zero risultati.

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