Ginetta G33 : Cene condite di automobilismo

Era una sera del 1990 quando in un anonimo ristorante inglese si incontrarono per una cena frugale due ingegneri automobilistici di tutto rispetto. Uno era Mark Warklett e l'altro Noel Palmer , rispettivamente impiegati presso le case Ginetta e TVR.
Confrontando le proprie idee, ebbero entrambi un idea luminosa che provvidero a scribacchiare sulla tovaglia del loro tavolo tra il probabile disappunto dei camerieri. Tale idea era rappresentata da una nuova vettura sportiva in configurazione barchetta che venne prontamente trasferita dalla tovaglia ( portata via del ristorante dopo averla pagata ) agli schemi per lo sviluppo.

Fu in questo inusuale modo che prese vita la nuova Ginetta G33, presentata presso il British International Motor Show del 1990.

Erede della meno prestazionale G27, la nuova vettura era basata su di un telaio tubolare in acciaio galvanizzato avvolto da una carrozzeria in fibra di vetro mentre le sospensioni erano indipendenti su tutti e quattro i lati. L'impianto frenante era costituito da quattro freni a disco posti dietro dei cerchi sportivi in lega di alluminio avvolti da pneumatici Goodyear Vector.

La propulsione era affidata ad un motore Rover V8 3.9 gestito da un cambio manuale a 5 rapporti e che era in grado di sprigionare la potenza di 200 cv. Ciò , anche grazie al peso contenuto ad appena 850 kg, rendeva capace la G33 di un accelerazione da 0 a 100 km/h in 5 secondi netti, con una velocità massima di 250 km/h.

Grazie al prezzo contenuto e alle entusiastiche recensioni fornite da rinomate riviste di settore ( tra le quali Top Gear ), la G33 riuscì ad essere venduta in una novantina di esemplari, un risultato di indubbio successo per un azienda di piccole dimensioni come la Ginetta. Purtroppo la produzione dovette essere arrestata nel 1993 a causa di gravi problemi di liquidità dovuti ad una crisi finanziaria che colpi la casa britannica.