lunedì 16 maggio 2016

Tamburini T12 Massimo : Eredità di potenza


Era da aspettarselo che una persona come Massimo Tamburini non se ne sarebbe andato senza lasciare un lascito importante alla sua scomparsa.
Poco prima di morire infatti, il grande progettista della Bimota stava approntando il suo ultimo capolavoro, chiamato T12.

Oggi, quel progetto è stato portato a termine da suo figlio Andrea, e la fattura della moto è tale da essersi meritata il nome del suo ispiratore.

La T12 Massimo è un concentrato ultraleggero di carbonio che avvolge l'iper prestazionale propulsore della BMW 1000SS potenziato per erogare 230 cv di potenza.

Vi è anche spazio per l'innovazione, con il telaio a traliccio in acciaio con meccanismo (brevettato) che permette di variare la rigidezza trasversale (nonché le quote fondamentali) senza modifiche alla struttura. Ma nella T12, oltre al carbonio, c'è anche tanto magnesio: sul cannotto di sterzo, sulle piastre che ancorano il motore al telaio nella parte posteriore, nel forcellone monobraccio, nel mozzo di sterzo e nel perno ruota posteriore.

Anche i cerchi sono in magnesio, ma forgiato. Non manca nemmeno l'Ergal ricavato dal pieno, nonché sospensioni Öhlins GP, con il mono tarato su specifiche precise impostate da Massimo in persona e freni Brembo arrivati direttamente dalle corse. Il tutto per un peso a secco di circa 154,5 kg.

Il risultato è ovviamente degno del nome impresso sul serbatoio accanto alla sigla T12, ribadendo ancora una volta il genio di Massimo Tamburini.


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