venerdì 15 aprile 2016

Lotus 100T : La caduta di Piquet




Presto o tardi arriva per tutti il tempo di confrontarsi con i propri limiti, e fu questo che successe al campionissimo Nelson Piquet nella stagione 1988 della Formula 1.


Quell'anno si ritrovò al volante della famosa Lotus 100T, ricordata soprattutto per la vistosissima livrea gialla dello sponsor Camel.

Progettata da Gérard Ducarouge e Martin Ogilvie per il Team Lotus, era un aggiornamento della vecchia Lotus 99T; tecnicamente la macchina era invariata, a parte il muso anteriore e il retrotreno, ed era spinta dal solito Honda V6 1.5 in dotazione anche alla McLaren..

La monoscocca era quell'anno precedente in quanto il regolamento tecnico stabiliva che la pedaliera dovesse essere posizionata dietro l'asse anteriore. Era stata però introdotta una deroga per le vetture con motore turbo che avessero mantenuto la monoscocca uguale a quell'anno precedente. Deroga di cui si avvalsero oltre la Lotus, anche Ferrari, Zakspeed, Osella, Arrows.

Al contrario del modello precedente la 100T non era equipaggiata con il sistema elettronico delle sospensioni attive, tecnologia all'avanguardia introdotta sulla 99T su pressione di Ayrton Senna, che sperava di ottenere un vantaggio nell'utilizzo di questo sistema.

La Lotus reputò che a causa della perdita di potenza del motore Honda un ulteriore calo del 5% dell' energia per utilizzare il sistema delle sospensioni attive elettroniche non procurasse alcun vantaggio e ritornò ad una convenzionale sospensione passiva con ammortizzatori forniti dalla Bilstein.

La perdita di Senna, passato alla McLaren, si rivelò troppo pesante nonostante l'ingaggio di Piquet, che collezionò tre podi e numerosi piazzamenti a punti: la Lotus chiuse così la stagione senza una vittoria o una pole position, evento che non si verificava dal 1981. Satoru Nakajima, secondo pilota della sqaudra britannica, non si qualificò a Monaco, diventando la prima vettura motorizzata da un turbo Honda a non qualificarsi. Lo stesso episodio si ripetè anche a  Detroit, pesando fortemente sul futuro del pilota nipponico.

Molti reputarono Piquet in grado di lottare con le McLaren grazie al motore Honda, ma la pessima difesa del titolo da parte del pilota brasiliano confermò i dubbi sul fatto che egli potesse vincere solo a bordo di una vettura fenomenale (cosa che venne confermata dallo stesso Piquet in un'intervista del 2012 concessa alla televisione brasiliana affermando che non era più a posto dopo l'incidente del 1987 a San Marino e che aveva corso dal 1988 al 1991 solo per soldi).

Fu il canto del cigno di una grandissima icona dell'automobilismo sportivo, ormai offuscata dalla performance del poliedrico Ayrton Senna.


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