Agli inizi degli anni 2000 la Ducati decise che la sua nuova moto sportiva avrebbe ricevuto un design completamente diverso rispetto a quello di cui si erano fregiate per quasi un decennio mezzi leggendari come la 916, la 996 e la 998.
Il design della nuova 999 venne affidato al sudafricano Pierre Terblanche il quale sfoderò una linea estremamente avveniristica, forse troppo per i tempi tanto che i puristi del marchio di Borgo Panigale storsero un pò il naso nonostante la meccanica di primissima qualità che era alla base del mezzo.
Ciò forse pesò alla sua repentina sostituzione nel 2007 con qualcosa che ne sfruttasse l'ottima base ciclistica abbinata però ad un design più classico.
Nacque così la 848, sorella minore della 1098 ma non meno performante e ed elegante nelle linee.
Ispirata alla precedente 998, la moto era stata studiata per contenere il peso in ogni maniera possibile per garantire le più alte prestazioni ottenibili.
Per tale motivo vennero innestati una testata in magnesio, una frizione con lubrificazione a bagno d'olio e il basamento del propulsore venne costruito impiegando il sistema Vacural che prevedeva la pressofusione dei materiali d'assemblaggio in condizioni di vuoto spinto.
Tutto ciò portò all'ottenimento di un peso complessivo di 185 kg, al quale fece da contraltare un adeguato aumento della potenza del propulsore bicilindrico che passò da 108 a 134 cv con coppia di 96 Nm.
Così configurata la 848 era in grado di raggiungere la velocità massima di 262 km/h, di non molto inferiore a quella delle sorella maggiore 1098.
Completavano il quadro tecnico la distribuzione di tipo desmodronico, un impianto frenante composto da due freni a disco e un telaio formato da un traliccio di tubi in acciaio.
Questo ritorno al passato stilistico della casa italiana fu particolarmente apprezzato dai fan, tanto che nel 2011 la 848 venne sostituita in listino da una variante ancora più estrema che coprì l'ultimo ciclo di produzione della moto fino al 2013.
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