mercoledì 26 settembre 2018

ASC Diamondback : The Carbon Pickup


Spesso si pensa che le autovetture che impiegano un qualche sistema per scoprire il tettuccio in maniera parziale o completa siano realizzate dalle case madri stesse, ma non è così.
Molte volte sono delle aziende terze che si occupano di realizzare i progetti per le auto decapottabili e una delle più famose era la statunitense American Specialty Cars con sede nella città di Warren.

Tra le tante auto che hanno ricevuto il loro contributo ingegneristico basta citare la Chevrolet Camaro Convertible e la Mitsubishi Eclipse Spyder.

Nel 2004 l'azienda decise di andare un pò oltre e prese l'iniziativa di costruire una vettura completamente elaborata sotto ogni punto di vista. Fu così che al secondo Special Vehicle Forum organizzato dal periodico automobilistico AutoWeek venne presentata una Chevrolet SSR speciale  denominata Diamondback.

Scopo di questo modello era dimostrare l'ampia funzionalità delle componenti in fibra di carbonio applicate anche su un pickup non espressamente progettato per le alte prestazioni.

L'intera parte superiore della vettura venne costruita impiegando pezzi in carbonio e dello stesso materiale erano lo spoiler anteriore posto al di sotto del paraurti, lo splitter posteriore, i retrovisori e la copertura per il cassone che integrava anche un' alettone per migliorare l'aerodinamica.

Altre aggiunte estetiche erano l'impianto di scarico in acciaio inox con i due terminali che spuntavano dalle fiancate del mezzo e i cerchi in lega Budnick avvolti in pneumatici sportivi BF Goodrich G-Force.

Gli interni vennero curati sempre con dettagli in carbonio e furono aggiunti diversi elementi come l'impianto audio Alpine e i sedili sportivi Corbeau forniti di cinture di sicurezza a cinque punti.

Anche il comparto meccanico venne rivisitato con l'introduzione di nuove sospensioni sportive, di nuovi freni a disco Brembo e di tutta una serie di preparazioni che elevarono la potenza del motore GM LS2 Small-Block V8 6.0 gestito da un cambio manuale a sei rapporti Tremac M10 da 390 a ben 500 cv.

L'auto riscosse un buon interesse tra il pubblico fungendo da ottima vetrina per l'azienda americana che all'epoca si trovava in piena espansione.

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