martedì 4 settembre 2018

Ferrari 599 GTB Fiorano : Il ritorno della Berlinetta


Nel 2006 si chiuse il ciclo produttivo della Ferrari 575M Maranello e per sostituirla adeguatamente in listino la casa italiana decise di rispolverare per il nuovo modello uno dei suoi acronimi classici.
Fu infatti la sigla GTB ad essere apposta accanto al nome della 599 Fiorano, supercar nata per omaggiare il leggendario circuito di prova su cui la casa italiana testa tutti i suoi modelli prima di metterli in produzione o di mandarli a caccia di gloria sui circuiti di tutto il mondo.

L'ultima GTB era stata la 348 lanciata nel 1993, ma rispetto a questa la Fiorano cambiava impostazione montando il propulsore non più in posizione centrale ma all'anteriore, proprio come la 575M.

Disegnata da Pinifarina, la vettura era equipaggiata con un propulsore V12 6.0 gestito da un cambio manuale a sei rapporti capace di erogare la potenza di 620 cv con coppia di 608 Nm. Derivato da quello montato sulla Enzo, il motore era in grado di spingere la supercar fino ad una velocità massima di 330 km/h con un'accelerazione da 0 a 100 km/h in 3,7 secondi.

Prodotta fino al 2012, la Fiorano fu la prima Ferrari ad avvalersi di sospensioni a controllo magnetoreologico. Queste permettevano un controllo dello smorzamento istantaneo rispetto alle condizioni della strada e alle richieste del pilota. Ciò grazie alla capacità del fluido degli ammortizzatori di variare le proprie caratteristiche dinamiche reagendo ad un campo magnetico controllato elettronicamente.

Le sospensioni così configurate riducevano drasticamente i movimenti del corpo vettura, garantendo miglior handling e tenuta di strada grazie all'aderenza ottimale delle ruote sul terreno e in ogni condizione stradale. La guida risultava così più divertente e sicura grazie alla riduzione del rollio e alla facilità di controllo nelle operazioni più sensibili come accelerazione, frenata e cambi di direzione.

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