giovedì 12 aprile 2018

Cooper T51 : L'alba dei motori posteriori


Sin dal suo primo ingresso nel campionato di Formula 1 nel 1950 John Cooper ha sempre avuto il chiodo fisso di innovare la meccanica delle vetture del massimo campionato automobilistico trasferendo il propulsore dalla sezione anteriore a quella posteriore per diminuire il peso e migliorare la maneggevolezza.
I primi modelli non riscossero molto successo, ma nel 1958 la T45 riuscì ad ottenere abbastanza punti da classificarsi terza nel neo istituito mondiale costruttori.

Ciò mise il turbo allo sviluppo della nuova T51 da schierare nella stagione 1959. La nuova vettura, disegnata da Owen Maddock, era basata su di un telaio spaceframe in acciaio avvolto in una carrozzeria in alluminio. Ai lati della vettura erano alloggiati i serbatoi del carburante che integrava nella sezione posteriore il nuovo propulsore Coventry Climax  FPF 2.5 gestito da un cambio manuale Knight C5S a quattro rapporti.

Dal peso di appena 701 kg la Formula 1 venne equipaggiata con un impianto frenante composto da quattro freni a disco cui era affidato il gravoso compito di tenere a bada i 220 cv di potenza del motore britannico.

Portata in gara sia dal team ufficiale che da numerose squadre clienti, la T51 fu autrice di una splendida stagione collezionando cinque vittorie, tre secondi posti e cinque terzi posti oltre al trionfo nella Glover Trophy , nella Gold Cup e della BRDC International Trophy. A fine stagione la Cooper ottenne il campionato costruttori mentre il suo pilota Jack Brabham ottenne il primo dei suoi tre titoli mondiali.

La Cooper T51 ha rappresentato lo spartiacque che ha indotto tutti i maggiori costruttori della massima formula a trasferire i motori alle spalle dei piloti, con buona pace di chi sosteneva che i buoi dovessero stare di fronte al carro, e non viceversa. 


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