martedì 26 giugno 2018

Chevrolet Camaro III IMSA GTO : La vendetta di Hagan


La 24 ore di Le Mans del 1982 viene ricordata per l'assoluto dominio che la Porsche impose in tutte le classi dalla partenza alla conclusione della gara, ma durante la competizione ci furono anche altri eventi che fecero storia.
Quella che stiamo per raccontare ha le sue radici nell'edizione del 1981, quando il team statunitense Stratagraph Inc. appartenente al pilota Billy Hagan decise di schierare nella categoria IMSA GTO una Chevrolet Camaro II appositamente realizzata dal preparatore Carl Frings.

La corsa fu però un disastro a causa di un incidente che colpì il mezzo americano al 13° giro quando i freni cedettero di colpo facendo schiantare la Camaro contro le barriere esterne.

Hagan non si diede però per vinto e giurò che l'anno successivo sarebbe tornato con due vetture e avrebbe fatto saltare letteralmente le portiere alle altre auto per quanto sarebbero andate veloci.

La promessa fu mantenuta e alla griglia di partenza si schierarono la Camaro II dell'anno precedente riparata e potenziata e una nuovissima Camaro III.

Quest'ultima era stata realizzata nuovamente da Carl Frings ed era riconoscibile per il nuovo body kit aerodinamico che comprendeva un nuovo spoiler posteriore e dei passaruota allargati per alloggiare gli nuovi pneumatici da corsa.

La struttura della vettura era basata su di un telaio tubolare simile a quello impiegato sulle auto della categoria NASCAR mentre l'unità propulsiva era costituita da un Motore V8 dalla potenza di 580 cv gestito da un cambio manuale Borg Warner T10 manuale a quattro rapporti.

Il sistema di lubrificazione del propulsore era a carter secco ed il sistema di scarico era rappresentato da due terminali gemelli posti sulle fiancate del'auto tra i due passaruota.

Per meglio conformarsi con il tracciato francese vennero montate delle nuove sospensioni sportive tarate per i circuiti tortuosi e vennero installati dei nuovi freni a disco. L'abitacolo venne integralmente smontato per far posto al sedile sportivo, alla strumentazione da gara e al roll-bar di sicurezza che aveva anche il compito di fornire ulteriore rigidità al telaio.

A conti fatti il mezzo pesava appena 1.020 kg, un vero record considerando che si trattava di un veicolo statunitense.

Alla qualifiche la Camaro III sorprese tutti qualificandosi prima di Classe e mettendosi dietro anche un gran numero di vetture blasonate come Ferrari, Porsche e svariate Gruppo C.

I commissari di percorso sentirono puzza di bruciato e prima della gara eseguirono delle lunghe verifiche sul mezzo, riscontrando però che non c'erano irregolarità e che la vettura era autenticamente un vero missile.

Al via la Camaro III iniziò una lotta serrata con la Porsche 924 Carrera GTR del team B.F. Goodrich, ma alla fine la spuntò la vettura tedesca distanziando l'auto americana di tre giri a causa dei problemi incorsi alla trasmissione di quest'ultima.

Ciò nonostante tale risultato si potè considerare un autentico trionfo, con il 17° posto assoluto e il 2° posto di classe ottenuti da un mezzo che non era stato nemmeno provato per una competizione di questo tipo.

Nei successivi due anni la Camaro III IMSA GTO fece ancora parlare di se vincendo nella propria categoria la 24 Ore di Daytona del 1983 e la 12 Ore di Sebring del 1984, confermandosi una delle Camaro più performanti nella storia dell'iconica vettura Chevrolet.

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