venerdì 30 marzo 2018

Jensen S-V8 : La resurrezione breve


Per chi si affaccia nel mondo dell'automotive come costruttore c'è un trucchetto per salire subito alle luci della ribalta, e consiste nell'acquisire i diritti di un brand storico chiuso da tempo e resuscitarlo per avere immediatamente una copertura mediatica di un certo spessore.
Così è avvenuto per la britannica Jensen, la quale venne riportata in vita alla fine degli anni '90 da una cordata di imprenditori supportati dal consiglio comunale di Liverpool e dal ministero degli affari e dell'industria britannico.

Cavallo di battaglia di questa resurrezione sarebbe stata una piccola roadster sportiva presentata al salone automobilistico di Londra nel 1998. Denominata S-V8, era basata su di un telaio monoscocca in acciaio e implementava come unità propulsiva un motore Ford Cobra SVT V8 gestito da un cambio manuale Tremec T-45 a cinque rapporti.

Tale propulsore, capace di una potenza di 325 cv con coppia di 407 Nm, era in grado di spingere la vettura fino a 250 km/h di velocità massima con un accelerazione da 0 a 100 km/h in 4,8 secondi. Per sopperire a queste prestazioni di livello la casa produttrice provvide ad installare un impianto frenante rappresentato da quattro freni a disco ventilati.

Dal design ricercato e moderno, la S-V8 ottenne un buon successo di pubblico tanto che per il primo anno di produzione ne venne prevista la costruzione in 300 esemplari, estesa poi a 600 in quelli successivi.

Purtroppo dei problemi legati alla produzione nello stabilimento di Merseyside portarono al repentino ed ennesimo fallimento dell'azienda nel 2002 dopo appena un'anno di produzione. In totale vennero costruite 20 vetture più altre 12 ricavate assemblando componenti di ricambio rimasti in fabbrica.

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